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L'ALBERO DI CARTA

Scuola comunale dell'infanzia "A. Rossi" di Padova

18 febbraio 2010

 

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Non si tratta di un vero laboratorio ma di un grande gioco che si realizza in gruppo e dura un paio di ore.

Sta nell’elenco dei laboratori perché rappresenta il mio vivo grazie a Bruno Munari che ha ideato questo momento di stimolazione della creatività infantile. La prima sequenza fotografica dell’impresa sta nel suo libro Fantasia del 1978 ed è accompagnata da brevi testi. Se oggi potessi parlare ancora a Munari come ho fatto per molti anni, gli dovrei confidare che non è poi con grande soddisfazione di tutti che si conclude il gioco. Anzi, più di qualcuno resta dubbioso, e non solo tra gli adulti.

Si tratta, al di là di questo, di un momento bello e intenso per lavorare insieme giocando, ricercando idee per realizzare un progetto comune.

All’inizio l’animatore con l’aiuto dei bambini costruisce un grande albero di carta da pacchi bianca che viene fissato al pavimento con del nastro adesivo. Il tronco, i rami più grossi e poi via via più sottili. In una palestra l’albero può raggiungere l’altezza di 10 metri.

A questo punto i bambini sono invitati a disegnare direttamente sull’albero, a ritagliare, incollare, colorare. Via via l’albero diventa ricco di foglie, di fiori e frutti. Compaiono grandi uccelli accanto ai loro nidi e altri animali. Un bambino si arrampica e dal ramo più grosso penzola un’altalena...

Il lavoro continua e i bambini cambiano il loro posto a mano a mano che arrivano nuove idee.

Ora tutti insieme ci alziamo e osserviamo l’albero dall’alto. Cerchiamo di scoprire le relazioni che ci ha permesso di fare.

I bambini si distribuiscono tutto intorno alla grande opera.

A un cenno dell’animatore tutti staccano l’albero dal pavimento, lo alzano e lo fanno dondolare un po’! Poi, correndo qua e là, l’albero viene strappato e ogni bambino se ne ritrova un pezzo in mano.

Il gioco munariano si conclude così, nella speranza che ognuno capisca che alla fine si distrugge il prodotto, che è anche un modello, perché resti il metodo e la sensazione felice del gioco creativo fatto insieme.

Trovandomi spesso a fare questo intervento ho pensato che si potrebbe anche prolungare in questo modo.

Una volta rotto l’albero in tanti pezzi, invito i bambini a riporre i pezzi (tutti) in una scatola capace. Poi, davanti a loro, chiudo bene la scatola con del nastro. Insieme firmiamo la scatola e aggiungiamo l’ora, la data e il luogo dell’intervento.

Passata qualche settimana possiamo riprendere il gioco aprendo la scatola.

Ognuno prende un pezzo e insieme agli altri prova ad appoggiarlo intanto nel posto più giusto. Ancora un momento per osservare bene e poi con la cucitrice e il nastro si restaura l’albero riportandolo al suo antico splendore.

La ricostruzione avviene in un clima ricco di osservazioni dove è importante la memoria di tutte le fasi precedenti del lavoro. Aggiustare e restaurare sono forse concetti con cui dovremo bene confrontarci...

Grazie a MUNARI per averci portato così lontano.

 

 

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